Successo organizzativo: la corsa dei record, pur senza lo shake down, è riuscita a far disputare tutte le prove speciali. Pubblico delle grandi occasioni su Rubbio, Valstagna e Cavalletto. “Mundialito del Nordest” capace d’ispirare al meglio le sue componenti che già si proiettano all’edizione del 40°, traguardo di orgoglio e prestigio per Cà Dolfin

 

Bassano del Grappa, 30 ottobre 2022_ Alle 23:30 di ieri sera, con un solo quarto d’ora di ritardo rispetto alla tabella di marcia concordata, è venuto giù il sipario in piazza Libertà, con buona pace di residenti e Amministrazione comunale. L’ultima vettura del 39° Rally Città di Bassano è scesa dal palco d’arrivo e gli speaker Achille Guerrera e Fausto Livi hanno potuto tirare il fiato e chiudere una cerimonia di premiazione “monstre” iniziata alle 18:10. La corsa dei record, 240 equipaggi in totale al via, ha contato al traguardo 42 (su 71) auto storiche e 113 (su 169) vetture moderne. C’è stata, dunque, grande selezione sulle prove speciali, un solo incidente di rilievo nel 17* Rally Storico (l’uscita di strada della Bmw M3 di Massimo Zanin e Cristiano Rosina sulla ps 3 “Rubbio”, con richiesta d’intervento dell’ambulanza ma senza conseguenze particolari per l’equipaggio), tutte le prove speciali sono state disputate. Nonostante la forzata rinuncia allo shake down, piloti e navigatori si sono espressi al meglio e così pure la direzione gara e l’intera macchina organizzativa.
LE SETTE MERAVIGLIE DI GRYAZIN. Con il senno di poi, è chiaro che il favorito era lui, Nikolay Gryazin, russo con licenza lettone per poter correre, protagonista nel Wrc iridato. Ma alla vigilia non si pensava andasse così forte, forse giudicando dal Due Valli di Verona dove aveva preso paga da Crugnola, Basso e Albertini, i nostri migliori del lotto. Se poi fai di conto e consideri che il Bassano è stata la sua 17ª gara stagionale contro le 5 di Bostjan Avbelj e le 7 di Andrea Nucita, capisci anche la differenza tra un autentico professionista e gli altri che sono sempre lì a battagliare innanzitutto con il budget. Sia quel che sia, Gryazin ha fatto il miglior tempo in tutte e sette le prove speciali, tempo totale di 54’56’’3, Avbelj secondo a 26’’7, Nucita terzo a 32’’4.

AVBELJ CAMPIONE DI MODESTIA. Ispira a pelle simpatia lo sloveno, timido e riservato fuori dall’abitacolo, un leone al volante. Ci teneva eccome a fare bis al Bassano, però era anche fondamentale non fare errori e bruciare un vantaggio abissale nella classifica dell’International Rally Cup, con i rivali pronti a beffarlo al fotofinish. Siccome proprio non gli riesce di andare piano, è stato lì sempre vicino al leader, duellando con uno splendido Nucita. Si sono alternati tra secondo e terzo, sempre tenendo dietro tutti gli altri, caratterizzando vieppiù una gara a senso unico.
UNA TOP TEN CHE DICE E NON DICE. Stiamo alla classifica prendendola con le pinze. Luca Rossettiplafonato quarto nelle prove (tranne la prima di “Rubbio”, quinto) e quarto alla fine a 1’01’’0. Sarebbe facile dire che gli anni passano, ma per l’ex tricampione europeo è anche una questione di tempi risicati ormai dedicati alle corse, senza dimenticare che l’anno scorso fu campione del tricolore asfalto. Può essere soddisfatto Nicola Sartor, quinto a 1’23’’2, quindi a soli 22’22 da Rossetti che è un gran metro di paragone. Il driver bellunese ha lamentato cali di potenza e durezza del cambio, ma è rimasto in ritmo per tutta la gara. Idem per il pisano Michele Rovatti, sesto a 1’40’’5, scavando un solco rispetto al settimo, Manuel Sossella, a 2’29’’8. Il vicentino, ormai lontano dai tre titoli IRCup (e da un tricolore Wrc), sperava comunque di ritrovarsi più vicino ai battistrada, ma ha corso senza il suo tocco magico. L’ottavo posto a 2’32’’0 può essere un gradito regalo di compleanno per l’emiliano Antonio Rusce. L’anno scorso primo nello storico, dove forse Giovanni Costenaro avrebbe brillato maggiormente rispetto al nono posto ottenuto stavolta tra i moderni, a 2’49’’3 dalla vetta, che è comunque buon risultato in recupero dopo una partenza ad handicap con penalità sulla “Rubbio 1”. Un decimo di nobiltà, a 2’54’’1, per il principe di Ratisbona nella Baviera, Albert Thurm von Taxis. Primo nella graduatoria di Mitropa Rally Cup, come si era prefissato, mostrando di avere manico oltre che lignaggio. Primi dieci tutti su Skoda Fabia Rally2 tranne Sossella su Hyndai i20 Rally2.

DELUSI E ABBACCHIATI. Due anni fa l’undicesimo sigillo, l’anno scorso solo tre prove, quest’anno addirittura solo due. Il “rosso di Marostica”, Alessandro Battaglin, si è ritrovato a “battagliare” con i capricci di una Hyundai i20 Wrc e ha alzato bandiera bianca dopo “Valstagna”. Vincitore nel 2014, Paolo Oriella(Skoda) è finito ko sulla ripetizione di “Rubbio” (ps 4): a 500 metri dal fine prova ha perso la linea beccando un sasso. Anteriore destra squarciata, carrozzeria indenne, fine dei giochi. Incidente con capottamento per Gianluca Tosi (Skoda, equipaggio illeso) sulla ps 6, “Cavalletto”, che valeva come power stage per l’IRCup. L’uscita di scena dell’emiliano ha fatto scalare avanti gli avversari dalla sesta posizione-

TUTTI I VINCITORI DI CLASSE. Impossibile dar conto dell’intera carovana, ogni concorrente con la sua personale storia di gara sulle sette prove. Il minimo sindacale è giostrare tra i podi di Classe, andando per ordine di arrivo assoluto. Cyril Pierre Audirac 19. assoluto, primo di Super 1600 (tutte Renault Clio) in 1h00’11’’9 interrompendo la sfilza delle trazioni integrali, con il rivale diretto più vicino Giovanni Cocco a 1’39’’. Grande bagarre tra le Peugeot 208 Gt Line di Giacomo Guglielmini, 21. assoluto e primo di Rally4 in 1h00’40’1, Mirco Straffi secondo ad appena 3’’8, Riccardo Tondina terzo a 25’’1. Il trofeo intitolato a Ilenia Ossato è stato appannaggio del decimo di Classe, Matteo Baldo navigato da Gabriele Zanni. Divario di 7’43’1 tra il tedesco Sandro Wallenwein primo di Rally3 e l’ungherese Zoltan Laszlo, entrambi su Ford Fiesta. Pier Domenico Fiorese ha tenuto dietro a 47’’0 in R4 il mitico Hermann Gassner, entrambi su Mitsubishi Lancer EvoX. Tre su sei al traguardo le Clio Williams in A7, con successo di Claudio Cogo (33. assoluto) e distacchi pesanti per Valerio Scettri e Simone Gasparini. Primo di R3 Attilio Martinelli (Clio) su Andrea Galeazzi (Citroen) a 50’’5. Unica Super 2000 la Skoda Fabia di Thomas Lorenz, 40. assoluto. Falcidiata dai ritiri l’A6 con Gabriele Cappellari sempre primo e Nicola Peterlin sempre secondo, divisi alla fine da 16’’0, entrambi su Peugeot 106 S16. Identico andamento in N3, solo Clio in gara, primo Davide Scarso e secondo Nicola Dall’Osto a 49’’4. Fuoco fatuo di Michele Milani, scratch di N4 sulla “Rubbio” in notturna e ritiro a “Valstagna”. Unici superstiti al traguardo il tedesco Martin Kainz davanti a Luca Gobbo. Scuola Brenta per Alex Lorenzato, primo delle Clio di Rally5 con spazio largo su Matteo Nerobutto e Nicola Pezzato. Sempre combattuta la propedeutica N2 con l’Honda Civic di Christian Buccino perentoria in testa fino alla seconda di “Rubbio”, poi ritiro del vicentino e passaggio di consegne alla Citroen Saxo del torinese Fabio Breglia, al traguardo con buon margine sulle Peugeot 106 di Fabio Oppici e Davide Vigna. Nettamente prima di RA5N la Suzuki Swift di Marco Cappello, sola soletta la Toyota Yaris di Andrea Reginato in R1TN4x4, e la Clio di Gianluca Crippa in N5Naz. Due ritiri su tre al via, al traguardo di A5 la Peugeot 205 di Loris Zanardo. Fanno specie anche gli altri concorrenti in solitario, come Maurizio Capuzzo su Opel Adam RS1.6 Plus, Michele Crescenzo su Peugeot 106 in K10 (ma Carlo Maroso si è fermato alla ps 5), Elia Signor su Suzuki Swift in Rally5-R1, Filippo Dall’Osto su Peugeot 208 Gti in RSTB1.6 Plus. Infine Mirco Graziani su Citroen Saxo primo in RS1.6 con vantaggio dilatato su Salvatore Spinnato.

INIZIA GIA’ LA SFIDA DEL 40°. Cifra tonda nel 2023, che sono sempre compleanni da celebrare in pompa magna. Dopo l’exploit dei 247 iscritti, esaminando a mente fredda il flop dello shake down (un’incolpevole ferita per gli organizzatori da rimarginare sul piano istituzionale), servirà stupire e ricatturare una vastissima platea d’interessati con novità di percorso e iniziative di corollario. Una miscela di spettacolo e agonismo come solo il “Mundialito del Nordest” sa escogitare da quando i pionieri Valter Bizzotto, Elio Nori, Renato Sonda, Loris Roggia e Alessandro Bordignon, gettarono le basi di Bassano Rally Racing. Al civico 127 di Ca’ Dolfin si è già in modalità “brainstorming”, ma non è un circolo chiuso: idee e buoni consigli possono tranquillamente varcare la soglia. (foto Antonio Marchetti)