Trentacinque volte, con quella di quest’anno. Tante sono le edizioni del Città di Bassano, una delle gare più attese e amate dagli appassionati e dai piloti. Una sfida lungo prove speciali rese epiche dai grandi “manici”, Munari su tutti, tanto da essere riconosciuta a livello internazionale come il “mundialito”.

Una storia tutta da raccontare.

Il 1° gennaio del 1984 dall’idea di un gruppo di amici e dall’unione delle scuderie automobilistiche cittadine “Bassano Corse”, “Città di Bassano” e “Hawk Racing Club”, che si dividevano piloti, navigatori e tifosi, dando il “la” ad animate dispute, prese vita la Bassano Rally Racing.

La passione era tanta, alimentata dalle prestazioni dei “piedoni” dell’epoca (Miki Biasion già entrato nell’orbita della Lancia, Paolo “Ciaccio” Baggio, Gigi Pellanda, Bepi Zarpellon, Ezio Facchinello, Giorgio Costenaro, Dino Tolfo, Gianni Torresan, Chiavacci, Giampaolo Basso, Carletto Tessarolo…) e i tempi ormai maturi per allestire qualcosa di grande.

La volontà di organizzare un rally, che a Vicenza mancava ormai da diversi anni dopo le cinque edizioni del Campagnolo, troncate improvvisamente mentre la gara stava prendendo piede in ambito internazionale, prese così vigore.

A gettare il seme furono Valter Bizzotto e i compianti Elio Nori, Renato Sonda, Loris Roggia e Alessandro Bordignon, via via affiancati da Narciso Paccagnella, Paolo Grandesso, Marco Castenetto, Gigi Bariani, Lino Fantinato, Moris e Fabrizio Alloro, Valter Alessio “Caramea”, Sergio Polato, Gianfranco Menon, Francesco Cesa e tanti altri che nel corso degli anni entrarono a far parte del direttivo.

Il primo comitato organizzatore, dopo la fusione dei team locali nella “Bassano Rally Racing”, fu presieduto da Renato Sonda, pilota ufficiale della Fiat negli anni Sessanta assieme a Pino Ceccato. Ad affiancarlo furono Elio Nori, Valter Bizzotto e Loris Roggia. Quest’ultimo, già navigatore di buona esperienza – professionale, attento e meticoloso – una sera si presentò ad una riunione della neonata scuderia con una carta geografica dettagliata e cominciò, sotto gli occhi increduli degli amici, a tracciare una prima bozza del percorso.

Il rally prese spessore riunione dopo riunione, grazie al sostegno dell’allora assessore allo sport di Bassano, Luigi D’Agrò, che mise a disposizione degli organizzatori il proprio ufficio di palazzo comunale.

I sopralluoghi lungo le stradine già teatro del S. Martino di Castrozza si susseguirono a ritmo sempre più frenetico, bruciando ettolitri di benzina e consumando interi treni di gomme.

Sabato 15 settembre 1984, vinte non poche resistenze e superato il severo esame della commissione provinciale (i nulla osta di prefetto e questore furono rilasciati solamente a poche ore dal via) il “1° Rally Città di Bassano”, valido per il Campionato Triveneto di specialità, scattò dal Ponte degli Alpini. Apripista, con la Lancia 037 Totip del Jolly Club, i bassanesi Miki Biasion e Tiziano Siviero, laureatisi l’anno prima campioni europei ed italiani e pronti a spiccare il grande salto nel giro mondiale.

La pioggia accompagnò per lunghi tratti la corsa e fu di buon auspicio.

Il friulano Paolo Pasutti, con Trentin alle note, tagliò per primo il traguardo posto nel cuore di Bassano, portando sul podio la Ferrari 308 Gtb preparata da Giuliano Michelotto.

Bizzotto e company non avrebbe potuto aspettarsi battesimo più bello e solenne.

Con due padrini del calibro di Biasion e Siviero, primi e finora unici rallysti italiani a vincere due corone iridate, e una Ferrari al vertice della classifica, il Bassano si rivelò subito gara di carattere, grintosa e di alto rango.

L’anno successivo, superato l’esame di ammissione col massimo dei voti e la lode, il rally entrò nella cerchia internazionale e fu inserito, sotto la spinta dell’avvocato Luigi Stochino, nel calendario delle gare valide per la Mitropa Cup. Arrivarono così ai piedi del Grappa numerosi equipaggi stranieri, provenienti da diversi Paesi europei, tra i quali i portacolori ufficiali della Skoda e campioni del calibro di Armin Schwartz e Matthias Mooslaitner. La Lancia 037 soffiò il primo posto alla Ferrari per tre edizioni di seguito (vittorie di Franco Ceccato, Lucky e Paolo Baggio). Poi fu la Bmw M3, con Dalla Pozza e due volte Lucky, a insediarsi al vertice.

Dal 1990 al 1994 il rally conquistò l’etichetta del campionato nazionale “Promozione” e vide vincitori ancora Lucky e poi Corradin, Longhi, Pasquali e Vicario.

Negli anni successivi la gara, per precisa scelta degli organizzatori guidati da Valter Bizzotto, abbandonò il campionato Promozione passando alla formula internazionale non titolata che gli permise di mantenere la presenza di vetture WRC ai nastri di partenza, a vantaggio della spettacolarità. La scelta si rivelò quanto mai azzeccata, premiata da un’invidiabile presenza di iscritti. L’elenco dei partenti s’infittì a tal punto da essere il primo rally in Italia per numero di partecipanti. In pochi anni ottenne così sul campo l’appellativo di “Mundialito del Nordest”, titolo mai messo in discussione.

Gli anni Novanta e i primi del Duemila furono caratterizzati dalle vittorie a ripetizione di Alessandro Battaglin. Il marosticense, cominciato a gareggiare come navigatore, mollò presto il quaderno delle note per impugnare il volante. Ben dieci edizioni della gara – un record difficilmente battibile – portano la sua firma. E il “rosso volante” continua imperterrito ogni anno a presentarsi alla partenza, con la stessa grinta dimostrata al debutto. Solo noie meccaniche gli impedirono di aggiungere l’undicesima perla al suo preziosissimo collier nell’edizione vinta da Paolo Oriella.

Il 2012 e 2013 furono caratterizzati dalla titolazione IRCup Pirelli, manifestazione ideata da Loriano Norcini, che portò ai piedi del Monte Grappa numerosi piloti della scena nazionale e internazionale: Fontana, Porro, Re, Sossella…

Al fascino del Bassano non seppe resistere neppure un pilota di formula uno. In cerca di conferme, dopo il terribile incidente che gli interruppe una carriera agonistica ai massimi livelli, Robert Kubica si presentò a sorpresa nella sede della Bassano Rally Racing una settimana prima del via della 29^ edizione, per perfezionare l’iscrizione. Il campione polacco onorò la partecipazione al rally con una prestazione superlativa: nel 2012 vinse la gara con un netto margine di vantaggio sul secondo. Al suo fianco il navigatore Emmanuele Inglesi, impressionato dalla rapidità con la quale Kubica s’impossessava dei segreti della specialità migliorando, ad ogni passaggio, i tempi sulle prove speciali.

Dal 2014 il Città di Bassano è tornato ad essere rally nazionale, scelta effettuata sulla base delle nuove regolamentazioni e per andare in contro alla grave crisi economica del paese. Passaggio ancora una volta premiato con il record nazionale di iscritti, raggiunto pure nelle ultime edizioni.

Alle dieci simboliche medaglie d’oro conquistate da Alessandro Battaglin si aggiungono le cinque appannaggio di Lucky, le due di Mauro Spagolla ed Eddie Sciessere e via via quelle di Pasutti, Ceccato, Baggio, Dalla Pozza, Corradin, Longhi, Pasquali, Vicario, Gasparotto, Soppa, Kubica, Fontana, Oriella, Costenaro. Michele Piccolotto finora è l’unico rallysta ad avere vinto il Città di Bassano sia in versione moderna (nel 2005 con Perin) sia in versione storica.

Lancia e Ford sono le Case automobilistiche che si sono aggiudicate il maggior numero di successi: sette a testa. Toyota e Peugeot seguono con cinque primi posti. A quota tre Subaru, Bmw e Citroen.

Una per la Ferrari, la più bella perchè inaspettata e prima della serie.

Roberto Cristiano Baggio