Anche chi è abituato ai grandi numeri fatica a comprendere l’exploit.

Si tira il fiato in Ca’ Dolfin, un sabato di tregua relativa per Bassano Rally Racing prima di calarsi nella settimana di fuoco che porterà al 39° Rally Città di Bassano. Giusto godersi il momento, il record di 247 concorrenti tra vetture storiche (74) e moderne (173), numero assoluto che rimanda ad epoche passate quando i rally godevano di un appeal straordinario. Difficile comprendere i motivi di questo exploit (l’anno scorso 190, due anni fa 197), davvero un “mistero glorioso” anche per Narciso Paccagnella e i suoi più fidati collaboratori, che si sono sentiti in dovere di non deludere le aspettative di quanti si sono iscritti nonostante l’opera di dissuasione per arginare la folla delle richieste. Di certo c’è il fascino irresistibile del “Mundialito del Nordest”, un po’ “la casa nella prateria di Biasion”, con la mitica prova di “Valstagna” che era un “must” già per il San Martino dei tempi d’oro quando correva il “drago” Munari. E forse una congiunzione astrale tra padroni di casa vicentini, sfidanti da ogni parte d’Italia, e nutrita partecipazione di stranieri per la Mitropa Cup. Ovviamente non mancano le voci dissonanti di quanti “gufano di traverso”, per stare al gergo rallistico, pensando alla difficoltà di gestire la macchina organizzativa con uno straordinario sovraccarico di traffico. Sarà questa la sfida più delicata affidata alle sapienti mani dei direttori di gara, Walter Robassa e Alberto Riva, senza dimenticare il super lavoro per cronometristi, commissari di percorso e tutto il personale di supporto, compresi i “cantori delle gesta”. Quegli operatori media che per contrappasso assai raramente godono di buona stampa.